Un Centro Elaborazione Dati ne consuma di elettricità (basti solo pensare al raffreddamento degli ambienti, dato che i locali devono stare ad una temperatura attorno ai 20°C costante, sia d’inverno che d’estate) e fa produrre quindi molta anidride carbonica. I principali produttori di server, infatti, ormai concentrano la loro attenzione non solo nella realizzazione di sistemi potenti, ma anche efficienti in termini di consumo elettrico e necessità di raffreddamento (sia per indurre un risparmio in termini economici che ecologici). Ed anche i datacenter, le server farm (le residenze dei server) e i relativi sistemi di raffreddamento sono da qualche anno progettati nell’ottica della sostenibilità, per il duplice fattore economico ed ecologico.
Al Mascheroni, sebbene si stia attenti ad evitare gli spechi elettrici, l’infrastruttura (edificio e macchine) non è modernissima e qualche consumo di troppo per forza di cose c’è. Ho infatti stimato, analizzando i consumi elettrici, che gli switch ed il CED del Mascheroni producono all’incirca 235Kg di anidride carbonica ogni mese.
Domani, in occasione dell’annuale iniziativa lanciata da Rai Radio2 “M’illumino di meno“, ho intenzione di fare un test di efficienza dei sistemi, sia per venire incontro a questa nobile proposta ecologica, sia per verificare il minimo carico elettrico, lasciando acceso solo l’essenziale, che gli UPS, i gruppi di continuità del CED, devono sopportare in caso di un improvviso blackout (che, ahimè, un paio all’anno ci sono).
C’è da dire che in caso di blackout il sistema di raffreddamento principale viene anche spento e ciò fa risparmiare già molta energia. I server possono resistere qualche minuto senza condizionamento forzato, considerando che l’ambiente circostante resta fresco per un certo lasso temporale. In caso di blackout prolungato (o guasto del sistema di raffreddamento principale) vi sono dei sistemi di circolazione forzata dell’aria calda che provvedono a far defluire il calore all’esterno della saletta. Domani però mi dedicherò principalmente all’efficienza dell’infrastruttura informatica e non al sistema di raffreddamento.
Inizierò col ridurre il numero di server virtuali ridondati, da quattro a due, e inizierò con lo spegnere uno dei quattro server fisici (il più vecchio, che consuma quindi di più). In questo modo ci sarà anche una macchina in meno da raffreddare ed il raffreddamento consumerà di meno. A conclusione del corso ECDL, alle 16:00, spegnerò anche il server Atlas per il test e gli esami ed i server web proxy, per la navigazione ad internet dai laboratori di informatica, per riaccenderli poi il mattino seguente. Prevedo una diminuzione del carico degli UPS del 50% e la riduzione delle emissioni di anidride carbonica di 3-4Kg
In questo modo è vero che si compromette l’uptime (il periodo che intercorre tra l’ultima accensione e lo spegnimento) ed il livello di servizio (la percentuale della disponibilità del server su base temporale), parametri utilizzati per categorizzare la qualità di un infrastruttura informatica, ma il tutto avverrà dietro la mia continua supervisione (interverrò immediatamente se si dovessero verificare dei reali problemi) e solo per una giornata.